Già nel IX secolo compare il toponimo di Santa Fiora in una pergamena del 27 giugno 833, in cui viene stabilita una enfiteusi “pel monastero del Monte Amiata nello Stato di S.Fiora". Un altro documento datato 890, di controversa interpretazione, registra lo stesso toponimo " terra Sancte Flore" tra i confini di alcuni possedimenti dell'Abbazia di San Salvatore. Santa Fiora è ricordata come villa con oltre cento poderi nel 1084 e come castello nel 1141, detto di Santa Flore. Nel 1164 l'Imperatore Federico I Barbarossa concesse al conte Ildebrando Settimo Novello il privilegio di battere moneta, "il Provisino degli Aldobrandeschi". L'atto fu siglato a Pavia il 10 agosto 1164 e l'imperatore Enrico VI confermò tale privilegio a Ildebrandino VIII suo figlio.
La Contea di Santa Fiora dalla metà del XIV secolo vive un period di decline, "...e vedrai Santafior com'è oscura", scrive a tal proposito Dante nel VI canto del Purgatorio.
In seguito (1439) con il matrimonio tra Cecilia Aldobrandeschi e Bosio della Famiglia Sforza di Milano, il decadimento di Santa Fiora si arrestò ed i nuovi signori investirono ingenti risorse per impreziosire il capoluogo di chiese, di un nuovo palazzo comitale e di prestigiose opere d’arte.
Il ramo degli Sforza di Santa Fiora ebbe il suo periodo di massimo splendore nel '500, grazie anche alle politiche diplomatiche e di alleanze intessute dal capostipite Guido, il quale non solo era spostato con una parente stretta del Papa Paolo III Farnese, ma riuscì a maritare due dei suoi discendenti con la figlia e la nipote dello stesso pontefice. Tali intrecci garantirono e indirizzarono i membri della famiglia sulla strada di brillanti carriere ecclesiastiche e militari.
Nel Seicento Santa Fiora era uno dei centri più popolosi della parte occidentale dell'Amiata, tuttavia una grave crisi economica della famiglia determinò la dismissione e la vendita di molte proprietà e poi dell’intera contea ai Lorena (loro parenti) dai quali furono il giorno successive reinfeudati (continuando così a governare la contea non come sovrani ma come feudatari). Con la riforma istituzionale del Granduca Pietro Leopoldo la Contea cessò di esistere quale entità autonoma ed entrò a far parte integrante del Granducato di Toscana.
Nei decenni successivi all’Unità d’Italia si sviluppò lo sfruttamento minerario dei giacimenti di cinabro, dai quali veniva estratto il mercurio. L’attività mineraria rimase la principale base dell’economia locale fino al termine degli anni ’70 del 1900, allorquando l’Amiata iniziò una fase di riconversione della propria industria che ha portato alla fisionomia attuale basata della Montagna, la cui economia è essenzialmente oggi basata su forestazione, produzione di salumi, artigianato-edilizia e settore terziario.
Curiosità Il variegato e ricco calendario di manifestazioni comprende, tra gli altri appuntamenti, il festival internazionale estivo Santa Fiora in musica, con concerti di musica classica e jazz di alto livello nei luoghi più suggestivi, il Palio delle Sante Flora e Lucilla l’ultima domenica di luglio e le sagre del fungo e del marrone santafiorese in autunno, dedicate a due dei prodotti distintivi della località.
Eccellenze monumentali
- Palazzo Sforza Cesarini
- Palazzo delle Scuole
- Palazzo Pretorio
- Pieve delle Sante Flora e Lucilla (con collezione di terracotte robbiane)
- Chiesa della Madonna delle Nevi
- Chiesa del Suffragio
- La Peschiera e parco annesso
- Complesso di Sant’Antonio
- Chiesa di Santa Chiara e Santuario del SS. Crocifisso
- Convento della SS. Trinità alla Selva
- Chiesa di Sant’Agostino
- Mura laviche
- Cimitero monumentale di Santa Fiora,
- Centrale geotermica Bagnore 3 e Bagnore

Eccellenze eno-gastronomiche
- castagna marrone dell’Amiata IGP,
- olio d’olivastra seggianese DOP
- vasta varietà di funghi
Contatti Municipio Piazza Garibaldi 25 Tel. 0564 965311 Fax 0564 979621 www.comune.santafiora.gr.it
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Informazioni Turistiche Ufficio Turistico c/o ProLoco santa Fiora Piazza Garibaldi 37 Tel. 0564 977142
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Bandiera Arancione dal 2015
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