La presenza delle sorgenti termali ha da sempre catalizzato la presenza umana in questo territorio. Con gli etruschi prende il via il primo organico sviluppo insediativo. La tradizione, riportata anche dal fiorentino Domenico Maria Manni, a cavallo tra il XVII e XVIII secolo, vuole che sia stato il Lucumone di Chiusi Porsenna a fondare le prime strutture per favorire l'uso delle acque termali. L’espansione romana, nei secoli successivi, portò alla scomparsa degli etruschi, ma questo non interessò San Casciano, che continuò ad essere apprezzato per le sue ricchezze termali anche dai Romani. La particolare posizione geografica di San Casciano, che lo colloca lungo la direttrice che dal nord Italia e dall’Europa conduce a Roma, ha nei secoli favorito il suo sviluppo e ne ha facilitato il raggiungimento da parte di coloro che si affidavano alle proprietà curative delle sua acque. Anche Ottaviano Augusto si curò in questi Fonti secondo quanto si apprende dalle opere di Orazio ed altri scrittori classici. La vitalità di questo centro è testimoniata anche dalla precoce penetrazione del cristianesimo, già nel IV-V secolo esisteva in San Casciano una pieve intitolata a S. Maria “ad Balneo”. Le invasioni barbariche e le lotte fra longobardi e bizantini ridussero l'importanza di San Casciano, provocando un notevole decremento della popolazione. Il nuovo millennio vide quindi un San Casciano ridotto sia dal punto di vista della popolazione, sia da quello urbanistico, posto sotto il dominio feudale dei Visconti di Campiglia. È questo il periodo nel quale si hanno le prime notizie scritte su San Casciano: nel 995 quando il marchese Ugo di Toscana dona all'Abbazia di San Salvatore la "Curtis (de) Bagno", come poi confermeranno gli imperatori Ottone III ed Enrico II. Ancora una volta era la vicinanza ad una grande strada la fonte di sviluppo e di promozione delle Terme sancascianesi; la Via Cassia aveva perso la sua importanza durante le guerre fra bizantini e longobardi, che proprio in queste zone si fronteggiavano, e furono proprio questi ultimi a deviare l’antica consolare più all’interno; nacque così la Via Francigena, la quale passava a pochi chilometri ad ovest di San Casciano. Il continuo affluire di gente da tutta Europa per curarsi alle Terme di San Casciano fu ostacolato ma non impedito dalla plurisecolare lotta fra i Comuni di Siena ed Orvieto per il possesso di questi territori, aggravata dai contrasti ideologici fra ghibellini, i primi, e guelfi, i secondi. La svolta più importante si ebbe intorno alla prima metà del XIV secolo quando la famiglia dei Visconti di Campiglia si divise in due rami, uno rimase a Campiglia ed entrò nell’ambito dell’influenza senese, l’altro si trasferì a San Casciano e grazie ad una politica di matrimoni si legò al ramo della Cervara della famiglia Monaldeschi di Orvieto. Il ruolo di San Casciano nell’ambito della lunga guerra civile orvietana, non fu assolutamente marginale, ed anzi, soprattutto con Monaldo Visconti, l’ultimo signore di San Casciano, in campo militare sono da registrare importanti successi delle truppe sancascianesi, come dimostrò la sua successiva elezione a Podestà di Firenze nel 1389. Nonostante l’attivo impegno nelle vicende orvietane Monaldo iniziò una politica di riavvicinamento a Siena, dapprima con gli accordi del 1383 e 1386 e poi con la definitiva sottomissione il 15 giugno 1412.Il 3 maggio del 1443 Monaldo morì e suo figlio Giovanni rinunciò a tutti i diritti che la sua famiglia vantava su San Casciano e Fighine, e così la famiglia Visconti uscì per sempre dalla storia sancascianese. Nonostante la protezione da parte dei senesi San Casciano rimaneva esposto ai pericoli della guerra, in particolar modo per essere una terra di confine. Sull'eco dei contrasti tra francesi e spagnoli, la prima metà del XVI secolo fu caratterizzata da continue guerre che in particolar modo devastarono tutta la zona del confine meridionale dello Stato senese, fino a raggiungere il culmine nel 1553-55 con la caduta di Siena nelle mani dell'esercito imperiale-mediceo. A questi terribili anni si sommarono gli altri, dal 1555 al 1559, dell'eroica resistenza degli esuli senesi della Repubblica di Siena Ritirata in Montalcino, al fianco dei quali si schierò anche San Casciano fino al 5 agosto 1559, quando il Pubblico Consiglio deliberò di giurare fedeltà al Duca di Firenze Cosimo. Con la conquista di Siena Cosimo poté fondare il Granducato di Toscana, all'interno del quale San Casciano poteva contare sull'appoggio e la protezione di uno dei suoi più illustri cittadini: Aurelio Manni, che schieratosi subito dalla parte di Cosimo durante la guerra, da questo ricevé numerosi onori e cariche, fra le quali quella di Auditore Fiscale di Firenze, unico cittadino dello stato senese ad averla mai ricoperta. La ritrovata tranquillità e pace che garantiva il Granducato al suo interno favorì la ripresa delle Terme di San Casciano, le quali videro nei secoli XVII e XVIII il ritorno all'antico splendore. Moltissima gente da ogni parte d'Italia e d'Europa si affidava alle sorgenti di San Casciano per curare le più disparate malattie. La presenza di importanti rappresentanti della nobiltà italiana ed europea ebbe come conseguenza quella di arricchire San Casciano dal punto di vista architettonico, in questo periodo si abbelliscono le facciate delle case con portali, cornici ed architravi in travertino, finemente scolpiti. Il Granduca Ferdinando I fa realizzare, nel 1607, sul luogo dove affiora la sorgente della Ficoncella, un Portico a testimonianza della fama che queste acque avevano raggiunto. La chiesa parrocchiale che si trova ad ospitare sempre più spesso alti prelati viene elevata al rango di Insigne Collegiata nel 1618, e da questi viene continuamente arricchita di arredi e reliquie. La presenza granducale si rinnova il 24 ottobre 1769 quando Pietro Leopoldo d'Asburgo Lorena visita San Casciano rimanendo colpito dalla quantità e dal calore delle acque termali. Sul finire del XVIII secolo San Casciano si avvia ad una progressiva decadenza dovuta alla crisi delle terme che non riuscendo ad adeguarsi ad i nuovi standard del settore. IL XIX secolo si apre all’insegna dell’intenso periodo napoleonico, a seguito dell'incorporazione della Toscana nell'Impero Francese di Napoleone, quindi il periodo della Restaurazione, con il ritorno sotto il Granducato di Toscana, ed infine, dopo il risultato del plebiscito dell’11 e 12 marzo 1860, San Casciano e tutta la Toscana entrarono a far parte del Regno d’Italia.
Curiosità
La conformazione urbanistica di San Casciano dei Bagni disegna in modo naturale un percorso che accompagna dolcemente alla scoperta degli angoli più belli. E’ un percorso circolare, così come il centro storico si pone intorno alla sommità del colle dove è posto e alla Collegiata che ne segna il vertice con il proprio campanile. A dominare la prima immagine che si ha di San Casciano dei Bagni è il castello con le sue mura e l’elegante torre, integrato così perfettamente nell’ambiente circostante che non fa supporre di essere stato costruito agli inizi del XX secolo. Arrivando in piazza Matteotti, come in una terrazza si può ammirare uno dei panorami più belli della campagna toscana. Oltrepassando La Bestia, la moderna fontana-scultura, si possono ammirare la Porta di Sopra, il Palazzo Lombardi e le due caratteristiche torri medievali a pianta pentagonale, resti di quelle fortificazioni che per secoli hanno difeso il borgo. Salendo per via San Cassiano si raggiunge la Collegiata di San Leonardo, chiesa parrocchiale, oggetto di radicali trasformazioni avvenute alla fine del ‘500 e nella seconda metà del ‘700, quando assunse le connotazioni che in massima parte ancor oggi conserva; il portale di stile gotico è stato rinvenuto nel 1948 su una delle pareti laterali e quindi rimontato sulla facciata principale; sull’altare maggiore vi è una grande pala, attribuita a Pietro Di Francesco Orioli (Siena 1458-1496) raffigurante l’Incoronazione della Madonna. Adiacente alla Collegiata si trova la Chiesa di Sant’Antonio risalente al XVI secolo, che nel ‘700 subì una radicale ristrutturazione dalla quale ha assunto un aspetto barocco; al suo interno è conservata una statua lignea trecentesca della Madonna e delle opere moderne dell’artista iraniano Bizhan Bassiri. Poco oltre troviamo l’antica piazza del mercato con un pozzo in travertino locale ed il Palazzo Comunale, da sempre sede degli organi amministrativi e giudiziari di San Casciano dei Bagni e fino al XVIII secolo residenza dei Podestà, alcuni dei quali ne hanno adornato la facciata con i propri stemmi. Proseguendo il percorso si incontrano tre degli edifici più belli del centro storico: Palazzo Fabbrucci, un tempo residenza di una delle più importanti famiglie sancascianesi; Palazzo Bulgarini ed il Palazzo dell’Arcipretura, cinquecentesca sede dell’autorità religiosa di San Casciano dei Bagni che nei secoli ha ospitato importanti prelati provenienti da tutta Europa per curarsi alle Terme dove, nel 1769, vi soggiornò anche il Granduca Pietro Leopoldo. Addentrandosi nelle strette vie dai significativi nomi di via della Pace e via del Silenzio si scende fino alla Porticciola, la porta che realizzata con blocchi di travertino si trova al culmine di una ripida salita che la rendeva difficilmente espugnabile. Spostandosi nell’altro versante del borgo si raggiunge la Chiesa della Santissima Concezione, oratorio cinquecentesco, all’interno del quale è presente un affresco di Niccolò Circignani, detto il Pomarancio, risalente alla seconda metà del ‘500. Davanti la chiesa si scorge la suggestiva piazzetta del Pozzo così denominata per la presenza di un antico pozzo in travertino. Proseguendo per i resti delle antiche mura si raggiunge un percorso salute con piazzole per esercizi ginnici e la possibilità di avvalersi liberamente delle acque raccolte nelle antiche vasche termali del Bagno Grande e del Bagno Bossolo. Tornando nel centro storico si giunge a via Tullo Ostilio, contraddistinta da una suggestiva scalinata in travertino che dalla contrada del Gattineto conduce direttamente alla Porta di Sopra, riportando così il visitatore al punto di partenza. Poco fuori dal centro storico si possono ammirare il Portico della Ficoncella, voluto dal Granduca Ferdinando I nel 1607 ed oggi prezioso decoro del Centro Termale Fonteverde, e la Chiesa di Santa Maria della Colonna, il monumento più antico di San Casciano dei Bagni, edificato su un tempietto dedicato alla dea della salute Igea, risalente al IV-V secolo d.C, al suo interno è presente un altare rinascimentale del XVI secolo e numerosi affreschi di scuola senese ed orvietana.
Le sorgenti termali
Bagno della Ficoncella E’ da sempre la sorgente più importante di tutto il complesso termale sancascianese. Compresa, insieme alle sorgenti di Santa Maria e San Giorgio, all’interno dell’impianto termale più grande di San Casciano fu valorizzata dal Granduca Ferdinando I con l’erezione del Portico che ancora oggi adorna il moderno centro termale.
Bagno Grande Il Bagno Grande così di volgar nome, per il gorgo d’acqua che in esso sorge in mille zampilli, con bolle, che si elevano alla superfice, frangendovisi con vaga vista, è un fonte d’Acqua chiara, e limpida, la cui caldezza è in grado assai eminente. Come dice eloquentemente il nome, è la sorgente più copiosa delle 43 del complesso termale sancascianese. Fino alla prima metà del XIX secolo era ornata con un bel portico e dotata di apposite stanze dove potevano essere praticate le numerose terapie applicate alle molteplici proprietà curative di quest’acqua..
Bagno Bossolo Chiamato dagli antichi anche Bagno Bosso o Buxo, si trova vicino al Bagno Grande. La sua acqua è fra le più tiepide di quelle sancascianesi. Ancora oggi è ornato dal suo portico, ma è scomparsa la statua di Apollo dalla quale sgorgava l’acqua. Caratteristica di questa sorgente era la proprietà curativa delle scottature, immergendo la parte bruciata l’efficacia era tale che non rimanevano cicatrici.
Doccia della Testa Era una delle più rinomate e frequentate sorgenti sancascianesi.,All’interno dello stabilimento si praticavano le complicate doccie alle varie parti del corpo.Prima di potersi docciare il bagnaiolo doveva radersi i capelli ed applicare sulla testa ... polveri capitali. La durata dell’applicazione era variabile e cessava quando il paziente sentiva ... esser penetrata la caldezza all’interno della testa.
Eccellenze gastronomiche
- Olii e vini DOP e DOC
- Pici
- Ciaffagnone
- Legumi
- Tartufi
- Funghi
Eccellenze monumentali
- Collegiata di San Leonardo
- Chiesa di Sant'Antonio
- Chiesa della Concezione
- Chiesa di Santa Maria della Colonna
- Teatro Comunale
- Palazzo Comunale
- Castello e torre a forme medievali
- Torre di Celle
- Castello di Fighine
Contatti : Municipio Piazza della Repubbica 4 Tel. 0578 58911 Fax 0578 58178 www.comune.sancascianodeibagni.siena.it
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Informazioni Turistiche Piazza Matteotti 12 Tel./Fax 0578 58141
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